Il 5 ottobre la Val Gardena si prepara ad una maratona dell'arte.
La galleria Ghetta é lieti di presentare la mostra 1+1 con gli artisti Aron Demetz e Arnold Holzknecht.
Aron Demetz, (Vipiteno, 1972) da anni concentra la sua attenzione sulla figura umana e sulla sua “traduzione”. Accanto al legno, che rimane l’anima di tutti i lavori, sperimenta materiali e tecniche che suggeriscono una metamorfosi: la foglia d’argento, la resina (instabile e costretta a continuo cambiamento), la foglia d’alluminio, il fuoco e diverse tecniche di incisione. Una pelle viva che non solo ricopre, ma letteralmente prova ad “entrare” nell'opera. A partire dal 1998 ha intrapreso una intesa attività espositiva internazionale, fra le sue mostre principali: Nuova scultura italiana, Galleria Il Polittico, Roma 2002; La ricerca dell'identità, da Tiziano a De Chirico, Castel S. Angelo, Cagliari 2003; Aron Demetz, ex Chiesa di San Filippo, Roma 2004 (solo); Aron Demetz, tradizione e leggerezza, Galleria Forni, Bologna 2005 (solo); Il ritratto interiore, da Lotto a Pirandello, Museo Archeologico, Aosta 2005; What is realism?, Alberarle Gallery, London 2005; Visionari Primitivi Eccentrici. Da Alberto Martini a Licini, Ligabue, Ontani, Galleria Civica di Palazzo Loffredo, Potenza 2005; Kunstkörperlich – Körperkünstlich, Kunsthalle Domenikanerkirche, Osnabrück 2006; Holzwege, Städtische Galerie die Fähre, Bad Saulgau, 2006; Aron Demetz, Museo Archeologico, Milano 2006 (solo); Italiana, Shanghai Art Museum, Shanghai, 2007 (solo); Les Fleurs du Mal, Arcos Museo di Arte Contemporanea, Benevento 2007; Aron Demetz, PAC, Milano 2007 (solo); Love, frammenti visivi di un discorso amoroso, Gallerie Civiche di Palazzo Ducale Pavullo, Modena 2008; Art Contemporaine Italienne, Marlborough Gallery, Monaco 2008; 53a Biennale di Venezia. Collaudi, Padiglione italiano, Venezia 2009; Beauty Farm, la bellezza del corpo tra idealizzazione e ossessione, Fondazione Durini, Milano 2009; Ver-Wandlungen, Metamorphosen von Skulpturen im Wandel der Zeit, Augustinermuseum Rattenberg 2010 (solo); Bildhauerei in Tirol, Südtirol und Trentino in den letzten 50 Jahren, Fortezza 2011; Aktuelle Positionen Italienischer Kunst. Premio Agenore Fabbri, Stadtgalerie Kiel 2012; Cui Bono, Kunsthalle Whitebox, München 2012; Panorama 4. Neue kunst in Südtirol, Fortezza 2012; Aron Demetz Il Radicante, Macro Mattatoio, Roma 2012; La Credenza dei Ricordi, Caffè Florian, Venezia 2012; Holz, Kunstgebäude Schlosshof Bodenburg 2012; Couble Je,Galerie Frank Pages, Crans Montana 2013; The Tainted, Garzelli Arthouse, London 2013; Humans, Kunsthaus Klagenfurt 2013; Murano-Merano, Kunst Meran 2013.
Arnold Holzknecht è un poeta della forma. Attraverso piccole ma sofisticate variazioni costruisce delle calamite poetiche. La sua forza espressiva nasce da una originalità stilistica che lo rende un unicum sul panorama internazionale delle arti. Tale unicità viene evocata dall'unione di almeno tre grandi tradizioni: la tradizione pittorica poetica (Licini, Klee, De Maria, Penone), la tradizione del minimalismo americano (Judd, Lewit, Newman) e la tradizione scultorea locale. Dalla prima raccoglie la relazione con la materia e il desiderio di usare il gesto come un atto poetico, la seconda viene invece citata per il suo rigore formale e per le sue proprietà retiniche, delle terza mette a sistema il tecnicismo. Pur riconoscendo gli incroci di culture che prendono sostanza nei suoi lavori, le opere mantengono una forza propria ed esclusiva. Esse sembrano avere la rara capacità di “mettere ordine alla storia”: ad esempio gli eccessi ottici del minimalismo americano, grandioso e per un certo verso volgare, trovano in Arnold Holzknecht una rinnovata armonia, così come l'improvvisazione del gesto della ricerca pittorica europea si rigenera nel controllo. Il risultato di tanta perizia sono lavori in perfetto equilibrio che acquistano potere e si rafforzano agli occhi dello spettatore giorno dopo giorno.